La Corte di Cassazione (con sentenza n. 53003/2017, depositata 21.11.2017 – udienza 21.09.2017) si è pronunciata in relazione all’applicazione della misura di prevenzione della confisca nei confronti di un imputato accusato di reati di evasione fiscale.

In particolare, in applicazione dell’art. 24 D. Lgs. N. 159/2011, era stata disposta tale misura sui beni immobili, capitale sociale di tre società e vari rapporti bancari di un notaio incensurato, dal Tribunale di Roma; misura, successivamente, sostanzialmente confermata dalla Corte d’Appello capitolina.

La Corte di Cassazione, premettendo la compatibilità di tale istituto agli illeciti fiscali compiuti in maniera abituale, con la sentenza in considerazione puntualizza quanto segue. Per applicare la confisca si rende necessario un accertamento concreto ed effettivo sulla abituale dedizione nel compiere traffici delittuosi, tale da fungere certamente da presupposto di operatività della cosiddetta pericolosità generica (condizione di applicabilità delle misure).

La Suprema Corte, nel prendere atto che in concreto tale accertamento non era stato svolto dal Tribunale, alla luce anche dei meccanismi di conciliazione con il Fisco attivati da parte dell’accusato di evasione fiscale, ha annullato il provvedimento impugnato.

Questo principio di diritto esprime una doppia tutela contro la confisca “azzardata” per chi viene accusato di reati di natura tributaria. Dapprima occorre essere implicato nella commissione di fatti integranti delitti che danno luogo a proventi illeciti. In secondo luogo, sulla scia dei rilievi formulati dalla decisione CEDU (De Tommaso C. Italia del 23.02.2017): “la necessità di una valutazione oggettiva delle prove che rivelino il comportamento e lo standard di vita dell’individuo o la messa in evidenza di segni specifici esteriori delle sue tendenze criminali”.

A pensarci bene non può essere diversamente, poiché una dilatazione dell’applicazione dell’istituto in difetto di tali garanzie sconfinerebbe nell’arbitrio.

Costituirà un importante banco di prova del Codice delle leggi antimafia (D. Lgs. N. 159/2011) l’applicazione di misure preventive personali e patrimoniali nei reati di natura tributaria, tenuto anche conto delle recenti modifiche avvenute con L. 17 ottobre 2017, n. 161 (in vigore dal 19.11.2017). È ancora presto, per poter dire quale sarà l’applicazione della misura prevenzione di natura reale con la nuova normativa, certo è che la Cassazione pare già aver posto il veto contro la confisca “automatica”.


Paolo Ghiselli

Avvocato in Rimini

pghiselli@libero.it

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